11/02/2021
Il Regno Unito ha esercitato il proprio diritto di recesso dall’Unione europea (c.d. “Brexit”) con effetto dalle ore 23:00 inglesi del 31.1.2020. Da tale momento, il Regno Unito ha assunto ai fini fiscali lo status di Stato extracomunitario, anche se è stato previsto un periodo transitorio che ha avuto termine il 31.12.2020.
Il 24.12.2020 l’Unione europea e il Regno Unito hanno stipulato un Accordo commerciale e di cooperazione (EU-UK Trade and Cooperation Agreement), che regola molte materie aventi ad oggetto gli scambi di beni, gli investimenti, la prestazione di servizi e la mobilità delle persone, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 31.12.2020.
Di seguito si analizzano i principali effetti in ambito fiscale (IVA e imposte dirette) alla luce dell’Accordo del 24.12.2020.
2. iva
Il fatto che il Regno Unito sia divenuto, a tutti gli effetti, un “Paese extracomunitario” comporta la rilevanza delle barriere doganali nei rapporti con tale Paese. Considerazioni devono essere fatte anche per le prestazioni di servizi, in particolare per quelle che, in base alle regole che determinano il luogo di effettuazione dell’operazione, sono territorialmente rilevanti ai fini IVA nel Regno Unito. In questo caso non potranno applicarsi più applicarsi le regole comunitarie.
2.1 cessioni di beni
In tema di cessione di beni è necessario distinguere a seconda che le operazioni coinvolgano esclusivamente soggetti passivi d’imposta o anche “privati”, come riassunte nella tabella che segue.
Cedente |
Cessionario |
Conseguenze |
Soggetto passivo in Italia |
Soggetto passivo nel Regno Unito |
L’operazione non è più qualificabile come cessione intracomunitaria di beni, non imponibile ai fini IVA in Italia ai sensi dell’art. 41 co. 1 lett. a) del DL 331/93, bensì come cessione all’esportazione, non imponibile ai fini IVA:
|
Soggetto passivo in Italia |
“Privato” nel Regno Unito |
L’operazione non è più qualificabile come vendita “a distanza” nel territorio dell’Unione europea (con assoggettamento ad IVA in Italia al di sotto di una determinata soglia e salva la possibilità di optare), qualificandosi invece come cessione all’esportazione, non imponibile ai fini IVA ai sensi dell’art. 8 co. 1 lett. a) del DPR 633/72, in quanto il trasporto e l’esportazione dei beni è effettuato dal cedente italiano (o da terzi per suo conto). |
Soggetto passivo nel Regno Unito |
Soggetto passivo in Italia |
L’operazione non è più qualificabile come acquisto intracomunitario di beni di cui all’art. 38 co. 1 del DL 331/93, soggetto ad IVA in Italia mediante inversione contabile, bensì assume rilievo come importazione di beni ai sensi dell’art. 67 co. 1 del DPR 633/72, avente ad oggetto l’introduzione nel territorio dello Stato di beni provenienti da uno Stato non compreso nel territorio doganale dell’Unione europea. |
Soggetto passivo nel Regno Unito |
“Privato” in Italia |
L’operazione non è più qualificabile come vendita “a distanza” nel territorio dell’Unione europea (con assoggettamento ad IVA nel Regno Unito al di sotto di una determinata soglia e salva la possibilità di opzione del cedente), qualificandosi invece come importazione, soggetta ad IVA in Italia, ai sensi dell’art. 67 del DPR 633/72, essendo introdotti nel territorio dello Stato beni provenienti da uno Stato non compreso nel territorio doganale dell’Unione europea. |
2.2 movimentazioni di beni
La presenza delle barriere doganali tra Italia e Regno Unito incide sul regime IVA e doganale applicabile alle movimentazioni di beni tra i due Stati che non comportano il trasferimento della proprietà, vale a dire:
In questi casi di dovrà fare riferimento alle norme IVA previste per le cessioni all’esportazione, ove applicabili, oltre che alle disposizioni doganali in materia di esportazione di beni.
2.3 prestazioni di servizi “GENERICHE”
Pur essendo il Regno Unito divenuto un Paese terzo, ai fini IVA, dall’1.1.2021, restano fermi i criteri di territorialità dell’imposta per le prestazioni di servizi “generiche”, sia nel caso in cui siano rese a soggetti passivi d’imposta sia nel caso in cui siano rese a “privati”:
2.4 prestazioni di servizi “non GENERICHE” B2B
Nella seguente tabella sono evidenziate le prestazioni di servizi “non generiche” B2B e le eventuali modifiche a seguito della conclusione del periodo transitorio dell’Accordo di recesso.
Natura della prestazione |
Criterio di territorialità |
Conseguenze |
Servizi relativi a beni immobili |
Luogo di ubicazione dell’immobile |
Immutato |
Trasporti passeggeri |
Luogo di effettuazione del trasporto (in proporzione alla distanza percorsa nello Stato) |
Immutato |
Ristorazione e catering |
Luogo di materiale esecuzione |
Immutato |
Ristorazione e catering a bordo di aereo, nave o treno |
Luogo di partenza del |
Immutato, fatta eccezione per i servizi di trasporto passeggeri effettuati in parte nel Regno Unito (prima dell’1.1.2021 considerato territorio dell’Unione europea ai fini IVA e successivamente non più) |
Locazione a breve termine di mezzi di trasporto |
Luogo di messa a disposizione del bene e di utilizzo dello stesso |
Immutato, salvo che il bene sia consegnato e/o utilizzato nel territorio del Regno Unito (prima dell’1.1.2021 considerato territorio dell’Unione europea ai fini IVA e successivamente non più) |
Accesso a manifestazioni culturali, artistiche, ecc. |
Luogo di svolgimento della manifestazione |
Immutato |
2.5 prestazioni di servizi “non GENERICHE” B2C
Nella seguente tabella sono evidenziate le prestazioni di servizi “non generiche” B2C e le eventuali modifiche a seguito della conclusione del periodo transitorio dell’Accordo di recesso.
Natura della prestazione |
Criterio di territorialità |
Conseguenze |
Servizi relativi a beni immobili |
Luogo di ubicazione dell’immobile |
Immutato |
Trasporti passeggeri |
Luogo di effettuazione del trasporto (in proporzione alla distanza percorsa nello Stato) |
Immutato |
Trasporti intra-UE di beni |
Luogo di partenza del |
Non più applicabile per i trasporti con il Regno Unito |
Trasporti interni ed extra-UE di beni |
Luogo di effettuazione del trasporto (in proporzione alla distanza percorsa nello Stato) |
Immutato |
Ristorazione e catering |
Luogo di materiale esecuzione |
Immutato |
Ristorazione e catering a bordo di aereo, nave o treno |
Luogo di partenza del |
Immutato, fatta eccezione per i servizi di trasporto passeggeri effettuati in parte nel Regno Unito (prima dell’1.1.2021 considerato territorio dell’Unione europea ai fini IVA e successivamente non più) |
2.6 aspetti documentali e comunicativi
Gli effetti si producono anche in relazione agli obblighi identificativi, documentali e comunicativi:
2.7 operazioni transfrontaliere incompiute al 31.12.2020
L’Accordo di recesso prevede alcune norme volte a regolare le operazioni transfrontaliere che, per motivi fattuali restano incompiute al termine del periodo transitorio, quali, ad esempio, le operazioni che hanno ad oggetto beni spediti nel 2020 i quali giungono a destinazione nel 2021.
Per le cessioni di beni, l’art. 51, § 1 dell’Accordo di recesso fissa un principio generale in base al quale mantengono la natura di operazioni intra-UE le operazioni aventi ad oggetto beni la cui spedizione o trasporto:
Pertanto, le stesse si qualificheranno comunque come:
Conseguentemente le operazioni rilevano ai fini della compilazione, nel 2021, degli elenchi riepilogativi INTRASTAT.
Tuttavia, sarà comunque richiesto l’appuramento presso la Dogana dello Stato di destinazione dei beni, al fine di dimostrare la natura dell’operazione mediante documentazione che attesti l’inizio del trasporto o della spedizione nel 2020.
Inoltre, l’art. 51, § 3 dell’Accordo di recesso fa salva la possibilità di presentare l’istanza di rimborso di cui alla direttiva 2008/9/CE, sussistendone le condizioni, mediante portale elettronico entro il 31.3.2021, in favore:
Le previsioni della citata direttiva continueranno ad applicarsi per 5 anni dopo il termine del periodo transitorio sia alle istanze presentate nel 2021 in relazione al 2020, sia alle istanze di rimborso già presentate al termine del 2020.
2.9 rapporti con l’irlanda del nord
L’Accordo di recesso garantisce una sorta di continuità territoriale unionale all’Irlanda del Nord, in considerazione della quale tale territorio:
Per quanto riguarda l’identificazione dei soggetti passivi nell’Irlanda del Nord, è stata emanata la direttiva UE 20.11.2020 n. 1756 che prevede che i soggetti passivi che effettuano nell’Irlanda del Nord cessioni di beni (comprese le cosiddette cessioni intracomunitarie) o acquisti intracomunitari di beni (anche da parte di enti non soggetti passivi) siano identificati, in conformità alla normativa IVA, con il codice “XI”, diverso da quello del Regno Unito (che inizia con “GB”).
La direttiva IVA stabilisce, infatti, che di norma i prefissi dei numeri di identificazione IVA nell’Unione europea siano basati sul codice ISO 3166 – alfa 2 – con il quale può essere identificato lo Stato membro da cui è stato attribuito, ma per i territori che non hanno un codice specifico nell’ambito di tale sistema è prevista la possibilità di usare codici “X”.